“Anatomia di una caduta…”

Fra un mese ci saranno gli Oscar e devo ancora vedere questo film .Me hanno parlato in maniera entusiasta.Spero di riuscirci prima dell ’11 Marzo…

Trama

In una regione remota delle Alpi francesi si dipana questo dramma. Sandra, una autrice tedesca, abita in uno chalet di montagna con il marito Samuel e il loro figlio undicenne, Daniel, che purtroppo è non vedente.

Un giorno, Samuel viene trovato senza vita, sepolto dalla neve proprio di fronte alla loro casa. Le circostanze della sua morte sono avvolte dal mistero e gli investigatori iniziano a sospettare che il suo decesso potrebbe non essere stato un suicidio. Decidono quindi di avviare un’indagine approfondita, con Sandra che diventa la principale sospettata di omicidio, portando all’incriminazione ufficiale.

Un anno dopo la tragica perdita di Samuel, sia Sandra che il figlio Daniel si trovano di fronte al tribunale per il processo. Durante l’interrogatorio sulla sua relazione con il marito, emergono dettagli di un rapporto con molti alti e bassi. Sandra rivela tratti di una personalità turbata e il figlio, costretto a essere testimone di questa situazione, lotta con conflitti interiori profondi.

Quando anche Daniel viene chiamato a testimoniare e la trama si complica ulteriormente…

 Un grande film, di notevole finezza e forza, e che se, per l’ennesima volta, la rappresentazione è concentrata sulle problematiche della borghesia, c’è tuttavia il coraggio di virare con nettezza in favore dell’ambiguità delle cose. Il bello è che lo fa in una prospettiva femminista, quella sì senza ambiguità. Riuscendoci, nella sua dimensione più esplicitamente militante, anche molto bene. Ma che si voglia femminista senza ambiguità, è ancora apparenza. E anche per questo raggiunge una dimensione universale.

Riesce perfino a dire qualcosa di nuovo e profondo sul solito tema della finzione che si fonde con il reale. La protagonista è infatti una nota scrittrice che sbandiera il suo lavoro incentrato sull’autofiction. L’intreccio si fa qui a tal punto inestricabile da diventare non solo una sorta di specchio del reale e della finzione, ma una moltiplicazione di specchi più piccoli di quelli principali..

.Reinventando il film processuale, la regista ne fa anche un’opera di metacinema, facendo ascoltare o riascoltare da punti di vista diversi momenti di vita, tutti intimi, che corrispondono sempre, in questo film che comincia con una morte fuori campo, a quello che era fuori campo, visivo o audio che sia. In questo modo il cinema intimista, tipico della Francia, è destrutturato, così com’è destrutturata, vivisezionata, l’esistenza della protagonista. E quella di suo figlio, Daniel. Amplificata dai mezzi di informazione, la lettura univoca dell’accusa è a sua volta destrutturata e vivisezionata.

Così, quel che (ap)pare acquisito e difficilmente confutabile è rimesso continuamente in discussione, in un senso o nell’altro, in un vortice, una girandola caleidoscopica che sorprende sempre lo spettatore. La pallina rimbalza, incessantemente, quasi fino alla conclusione. A quel punto non solo ci si accorge di aver assistito, sia in diretta sia in differita, a un grande film sull’infanzia rubata, violentata, traumatizzata (più volte), ma anche alla lotta estrema di un adolescente per riappropriarsi il più possibile di quanto stanno cercando di sottrargli. Un ragazzo cieco, ma che sarà determinante nell ‘aiutare tutti a vedere meglio…

Il film ha appena ottenuto 4 candidature agli Oscar e già premiato come miglior film in lingua non inglese ai Golden Globe 2024.
La pellicola diretta da Justine Triet con protagonista una strepitosa Sandra Hüller ha trionfato non solo alla notte dei globi dorati da poche ore conclusasi: ricordiamo infatti che ha vinto anche la Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes.

Osannato dalla critica internazionale, il film Anatomia di una caduta si basa su una sceneggiatura scritta a quattro mani dalla regista Justine Triet e da Arthur Harari, suo compagno nella vita, oltre che nel lavoro.
A fare grande questa opera è anche un cast “in stato di grazia”, come si suol dire: Sandra Hüller in primis, ma anche i compagni di set Vincent Swann, Arlaud Daniel, Milo Machado Graner, Antoine Reinartz, Samuel Theis, Jehnny Beth, Saadia Bentaïeb, Camille Rutherford e Anne Rotger. Tutti gli attori sono riusciti con grande maestria a rendere Anatomia di una caduta un gioiello filmico eccezionale.

Oltre ad avere ottenuto grandi soddisfazioni sul piano della critica, anche quelle lato box office non sono mancate all’appello, anzi. Al botteghino francese il film ha riscosso uno strepitoso successo, totalizzando oltre un milione di spettatori nel primo mese di programmazione.
Il film è stato presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma.



“Fusa,coccole e caffè…”

 A Firenze sbarca il bar dei gatti…..

Da qualche anno si è diffusa una nuova tendenza dedicata agli amanti dei gatti: i cat cafè. Bar in cui concedersi una pausa rilassante a base di caffè, buon cibo e tante, tantissime coccole, dove i padroni di casa sono ovviamente i piccoli felini. Da febbraio anche Firenze avrà il suo cat cafè, grazie all’idea di Mirella che ha deciso di investire in questo progetto dopo una vita passata nel settore dei viaggi. “Ovviamente tutto nasce dalla mia passione per i gatti – racconta la 47enne di origini siciliane -. In questo momento ne ho otto in casa, poi cinque si trasferiranno nel bar. Ho preso ispirazione dal Giappone, paese che amo e che ho visitato più volte, perché il “Neko Cafè” nasce proprio lì”. 

Mirella ha deciso di unire le sue passioni e farne un lavoro, visto anche le difficoltà che il settore dei viaggi ha subito dopo la pandemia. “Ho lavorato con varie realtà, poi col Covid tutto è cambiato. Per fortuna ho avuto la possibilità economica per investire in ciò che amo”.

Il bar, che verrà inaugurato i primi giorni di febbraio, nascerà in Via Verdi 18/r, a due passi da Santa Croce, e avrà una trentina di posti a sedere. Dalla colazione all’aperitivo, sarà possibile rilassarsi e bere qualcosa di caldo insieme ai padroni di casa. I gatti gireranno tra gli ospiti a loro piacimento per il locale, che dispone di una stanza per tutti e una a vetri accessibile solo agli amici a quattro zampe, dove potranno riposarsi in tutta tranquillità. “Il cliente potrà comunque osservarli, così quando vogliono riposarsi o stare per i fatti loro non ci saranno problemi”. 

Ogni tavolo avrà a disposizione dei giochini per intrattenere i gatti, che sono stati selezionati per socievolezza, e quindi abituati a stare con le persone. “Potranno essere coccolati e se vogliono salgono in braccio. Tra l’altro non perdono pelo, perché non hanno il sottopelo” spiega Mirella, che non vede l’ora di aprire la sua nuova attività. “Le persone fremono per venirci a trovare.

Ho già ricevuto tantissimi messaggi, anche perché siamo i primi non solo a Firenze, ma in tutta la Toscana. Per me è un sogno che si realizza. Insieme al mio staff abbiamo voglia di far passare alle persone un momento di relax. Da noi si viene, si sorride e si sta bene”.